Terapia Forestale

Nel 2020 sono stata coinvolta in un progetto di ricerca sulla Terapia Forestale dal Club Alpino Italiano e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche. Insieme alla mia collega Marta Regina ho sviluppato un protocollo di accompagnamento, Forestfulness®, sia per il Bagno di Bosco che in futuro per la Terapia Forestale, che abbiamo utilizzato in questa ricerca e che è stato molto utile nel dimostrare che la consapevolezza amplifica notevolmente i benefici, almeno sul piano psicologico, del semplice attraversamento del bosco. Per verificare questo abbiamo somministrato a circa 190 persone il questionario POMS (Profile of Mood States) raccomandato per la Terapia Forestale in versione ridotta prima e dopo l’esperienza. I risultati sul miglioramento dei parametri emotivi valutati dal questionario (ansia, depressione, ostilità, vigore, fatica e confusione) sono i migliori attualmente rintracciabili in letteratura scientifica. La descrizione dell’intero progetto, insieme ad una panoramica su ciò che è stato fatto fino ad oggi, a livello internazionale è stata pubblicata nel libro Terapia Forestale, che puoi scaricare gratuitamente al link qui sotto.

Attualmente stiamo formando medici e psicologi (info qui) per trasmettere loro il nostro Know How, autorizzare altri professionisti ad utilizzare il nostro protocollo, che è un marchio registrato da me e Marta Regina e creare un gruppo multidisciplinare per dare continuità al nostro lavoro di ricerca.

Un po’ di storia

In Giappone si chiama Shirin-Yoku, Bagno di Foresta, si pratica immergendosi e sostando nel bosco, attivando tutti i sensi e respirando le sostanze volatili (i terpeni) prodotti dalle piante e dal suolo. Il Bagno di Foresta non prevede particolari protocolli di accompagnamento e si pratica in sentieri scelti, con caratteristiche adatte: molto verde, vegetazione non troppo fitta, sentiero sufficientemente ampio e semplice da percorrere, luce del sole che filtra tra le fronde e se possibile, un corso d’acqua. Qing Li è stato il primo a diffondere questa pratica nel 1982, conducendo numerosi studi scientifici che hanno dimostrato il grande beneficio sia dal punto di vista psicologico che fisiologico: riduzione di ansia e depressione, miglioramento delle capacità cognitive, maggiore produzione di cellule Natural Killer (responsabili del buon funzionamento del sistema immunitario), diminuzione dello stress, miglioramenti nel sistema cardiocircolatorio, ecc.

In Italia i primi ad occuparsi di Terapia Forestale sono stati Il dott. Mario Canciani, allergologo, pneumologo, pediatra e il Dott. Maurizio Droli, Università di Udine. Nel 2017 sono stata coinvolta proprio da loro nell’avventura della ricerca, quando mi hanno fatto condurre un gruppo di miei allievi e pazienti in un Bagno di Bosco. Ho scelto il sentiero delle cascate di Kot, nelle Valli del Natisone (provincia di Udine) e ho condotto questa ricerca sul modello giapponese, producendo poi, insieme a Mario e Maurizio queste pubblicazioni, che hanno reso possibile la qualificazione del sentiero per la Terapia Forestale.

M. Droli, S. Nardini, M. Canciani.“The psychological benefits of forest bathing in a mixed low-altitude mountain forest in the eastern Alps in Italy: an ecosystem services approach”, 2nd International Conference on Food and Agricultural Economics, ICFAEC 2018M.

Droli, S. Nardini, S. Qualizza, M. Canciani. “Impostazione di un servizio di ‘forest therapy’ per il benessere psicologico”. XXII Convegno Internazionale Interdisciplinare The 22nd International Interdisciplinary Conference La mente e il paesaggio nel mosaico paesistico-culturale. Palinsesti, Reti, Partecipazione. Università della Campania, Aversa e Caserta. 2018

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